Unioncamere, segnali positivi per il manifatturiero lombardo, ma preoccupa il rialzo dei prezzi delle materie prime - Innovation Post

2021-11-22 14:55:47 By : Ms. Iris Chen

Politiche e tecnologie per l'industria digitale

Nel primo trimestre del 2021 la produzione manifatturiera lombarda è ancora in ripresa per le imprese industriali, seppur a ritmi ridotti, mentre l'artigianato e il settore moda registrano ancora dati negativi: è quanto riportano i dati economici del primo trimestre 2021 diffusi da Unioncamere Lombardia mostrare.

L'indagine Unioncamere Lombardia, infatti, ha evidenziato un nuovo lieve incremento ciclico della produzione industriale (variazione destagionalizzata 0,2%) e del fatturato, cresciuto dello 0,5%.

Più consistente la crescita degli ordini: 1,3% sia per il mercato domestico che per il mercato estero, a conferma della fase positiva della domanda. Il mercato estero resta importante per il settore industriale lombardo, con una quota del fatturato estero sul totale in lieve aumento rispetto ai trimestri precedenti (39,6%).

In questo trimestre è importante osservare l'andamento dei prezzi delle materie prime. Dopo il segno negativo del secondo trimestre ei minimi rialzi registrati a metà dello scorso anno, i prezzi ora salgono dell'8,1% in un solo trimestre, mettendo a rischio i già minimi margini delle aziende.

Un aumento preoccupante che sembra generalizzato: dalla plastica al rame e all'acciaio, ma anche legno, cellulosa e prodotti chimici di base. Le ragioni degli incrementi sono però diverse, in parte fisiologiche, dopo un periodo di forte riduzione della produzione, ma anche causate da manovre speculative.

Il fenomeno merita attenzione, avverte Unioncamere Lombardia, considerato lo stato delle scorte di magazzino dei materiali per la produzione, considerate scarse dagli imprenditori. Più dinamici anche i prezzi dei prodotti finiti: hanno infatti registrato un aumento del 3,0%, dopo trimestri di stabilità con sortite anche in leggera deflazione.

La ripresa su base ciclica è più marcata per i beni intermedi ei beni di investimento, che registrano incrementi più consistenti per tutte le variabili. Da segnalare anche il forte incremento degli ordini interni di beni di investimento (19,1%), associato ad un elevato livello di ordini complessivi in ​​portafoglio (oltre 100 giorni di produzione garantita).

In questo inizio 2021 le aziende produttrici di beni di consumo finali restano in una posizione arretrata (dove l'indice di produzione registra un aumento dell'1,9%), che risentono della mancata ripresa dei consumi, con incrementi della domanda interna (3,7%) ed estera ( 2,8%, lontano dai risultati di altre tipologie di attivi. Anche il fatturato ha risentito (2,2%).

Anche per quanto riguarda le scorte di prodotti finiti, i beni di consumo finale mostrano un risultato meno positivo con giudizi di scarsità ed esuberanza pressoché uguali. Per le altre due tipologie di imprese, invece, prevalgono i giudizi di scarsità che potrebbero portare ad incrementi produttivi dovuti alla ricostituzione delle scorte nei prossimi trimestri.

"In un sistema globale orientato alla ripresa, con un forte traino dell'economia cinese, l'economia lombarda beneficia del ritrovato dinamismo dei mercati esteri, ma gli effetti economici del prolungamento della pandemia sono ancora presenti, in particolare per il mercato interno. ", commenta Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia.

“I diversi modelli di specializzazione produttiva dei territori hanno determinato un diverso impatto sulle attività imprenditoriali delle limitazioni delle attività e degli spostamenti. L'auspicata ripresa dopo le chiusure invernali non è ancora a pieno regime, anche a causa delle protratte misure di contenimento (seppur meno diffuse e stringenti rispetto alla scorsa primavera), che, colpendo maggiormente il turismo e la ristorazione, colpiscono anche il comparto manifatturiero alimentare». Aggiunge.

Per quanto riguarda i risultati tendenziali (rispetto a quelli del primo trimestre 2020), i dati di produzione e fatturato sono fortemente positivi, ma risentono del confronto con il primo trimestre 2020, che ha registrato forti contrazioni a seguito dell'esplosione della sanità crisi. e le conseguenti sospensioni delle attività.

La produzione industriale lombarda cresce quindi dell'8,7% su base tendenziale ma, considerando la crisi media pre-sanitaria del 2019 come periodo di riferimento, la produzione è ancora in calo (-2,3%). Il tasso di utilizzo degli impianti conferma la prosecuzione dell'attività nelle imprese lombarde, raggiungendo il 73,8%, ma resta comunque inferiore alla media del 2019, che si attestava al 75,1%.

Anche il fatturato ha registrato un consistente rimbalzo tendenziale (11,1%) ma, per quanto riguarda la produzione, il confronto con la media del 2019 è più significativo e ancora negativo (-4,9%).

Diverso il quadro per gli ordini: la domanda interna cresce tendenziale del 12,6% e anche considerando la media del 2019 il risultato è positivo (3,9%). La domanda estera cresce tendenziale del 10,5%, anche in questo caso con un incremento rispetto alla media 2019 del 4,6%. Risultati confermati dal periodo di produzione assicurato dagli ordini, che sale a 74,0 giorni, superando così la media del 2019 (65,1 giorni). Le scorte sono giudicate basse e questo può essere un segnale positivo per la produzione del prossimo trimestre.

A livello settoriale i risultati sono molto disomogenei con settori in forte crescita (ma ancora al di sotto dei livelli pre-crisi), settori che li hanno già recuperati e settori che, oltre ad essere al di sotto dei livelli pre-crisi, registrano ancora negativi variazioni di tendenza.

I migliori risultati si registrano per prodotti chimici, mezzi di trasporto e gomma-plastica, che aumentano la produzione non solo rispetto al primo trimestre 2020 ma anche rispetto alla media 2019. Situazione opposta per abbigliamento (-15,4%), tessile (-6,1%) e alimentare (-3,3%), che mostrano ancora significative contrazioni tendenziali.

Per l'alimentare, la chiusura del settore alberghiero ha pesato sul periodo invernale, erodendo i buoni risultati del trimestre estivo. Inoltre, la corsa all'acquisto di beni di prima necessità da parte delle famiglie avvenuta all'inizio della pandemia non si è mai ripetuta.

Il comparto pelle-calzature riesce a recuperare il 3,8% da inizio 2020 (unico dato positivo per il comparto moda), ma resta il comparto più lontano dai livelli pre-crisi (-23,1% rispetto alla media 2019). La domanda interna di questo settore mostra segnali di ripresa (15,5%), ma resta fermo il canale estero che garantisce il 50% del fatturato di questo settore (-5,0% per gli ordini esteri).

Commentando i dati, il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, ha ribadito ancora una volta l'importanza di proseguire a ritmi serrati la campagna di vaccinazione e la necessità di valorizzare un territorio a forte ispirazione industriale, come quello lombardo.

"Bisogna perseguire strategie comuni pubblico-private volte al rilancio dell'economia lombarda e del suo tessuto produttivo a vocazione industriale, concentrando le risorse sugli investimenti produttivi, nei settori prioritari individuati nel PNRR, come la digitalizzazione e la transizione ecologica", commenta.

Il Presidente Bonometti è tornato anche sull'importanza di sostenere la liquidità delle imprese e il loro rafforzamento patrimoniale. “Servono nuovi finanziamenti per nuovi investimenti. Occorre attuare un'azione sinergica per il rinnovo delle moratorie a livello nazionale e per consentire un allungamento dei tempi per il rimborso dei prestiti", aggiunge.

Le aspettative degli imprenditori sull'andamento della domanda futura continuano a migliorare e anche quelle relative al mercato interno raggiungono finalmente l'area positiva.

Gli imprenditori lombardi sono ottimisti, anche in relazione al recupero dei livelli produttivi nel prossimo trimestre, con aspettative sulla produzione industriale in ulteriore miglioramento.

Per l'artigianato le aspettative seguono una dinamica di miglioramento, ma si posizionano ancora in area negativa, anche se le prospettive per la domanda estera sono tornate positive.

In lieve miglioramento anche l'occupazione nell'industria, che dopo tre trimestri consecutivi di segnali negativi mostra un saldo positivo contenuto (0,8%), con il tasso di uscita che scende all'1,7% e l'ingresso in salita al 2,5%. Ancora in calo il ricorso alla CIG: scende al 23,1% la quota di aziende che dichiarano di aver utilizzato le ore di cassa integrazione e quella sul totale delle ore al 2,7%.

Saldo occupazionale positivo anche per l'artigianato (0,5%), con tassi di ingresso al 2,5% e tassi di uscita al 2,0%. Diminuisce il ricorso alla CIG con il 23,3% delle imprese che dichiara di aver utilizzato la cassa integrazione; la quota sul monte ore totale al 3,1%.

Le aspettative di occupazione raggiungono l'area positiva, ma in questo caso la quota di imprenditori che non prevede cambiamenti significativi è pari al 77%. Il dato è fortemente influenzato dal congelamento della cassa integrazione e dalla possibilità di ricorrere alla CIG, quindi l'impatto effettivo sui livelli occupazionali sta scivolando in avanti.

Per l'artigianato migliorano le aspettative occupazionali ma il saldo resta negativo e, in questo caso, chi non prevede variazioni significative è pari all'85%.

Giornalista bilingue laureato alla Kingston University di Londra. Da sempre appassionato di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento Europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Tornato in Italia nel 2019, ora scrivo principalmente di tecnologia e innovazione.

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